Le parti del grido – Lorenzo Chiuchiù

MONTE ANALOGO
a Eleonora

Per la frazione del lampo
ti sei immaginata oriente della voce
dove il tuono si ode a distanza di ore

ma se gridasti fu per l’unisono
se leggesti fu per la vista seconda
se cadesti fu per mancarti

e tutto è senza nome, aperto
e sacro come l’occhio del lupo
o come il patto, il suicida, l’innato.
Sono secoli e artigli.
Cuore dominante sulla soglia,
lo sai: la ferita come la benedizione
vuole solo l’altra parte.

AFFERMAZIONE

Dici: continuerò a credere e tu devi accettarlo –
io sono questa veste, l’icona rubata e
la gioia a bruciapelo che non smette più –
e io lo so: anche questa pioggia cade
dall’altro mondo, e la sirena di fabbrica
esce dal corno della genesi

ma nessuna pietà per le pietre,
o per le terre: solo la nave le vene
e le vele in fiamme
ci condurranno e ci negheranno:
perché, te lo ripeto ancora, noi resteremo.
C’è solo la guerra del cielo dei violenti
e prima solo un freddo alla tempia,
un cerchio assoluto
la pura incarnazione, nell’orbita.

CASA DEL 30 LUGLIO 2006
a Stefano Massari

Eppure volevi una grazia senza legge
per forbici russe nascoste tra le camicie
o per i tuoi quarant’anni festeggiati
nel parco dei persuasi,
o gli altri comandamenti,
i passi falsi: e ancora torna quella sera,
i fratelli ridono fino alle lacrime
quando le morti non sarebbero accadute
e vi eravate incontrati nello squarcio
del tempo e delle vite: eppure
tu sei ancora lì, con il bicchiere di vino bianco,
il conto pagato a metà, le voci dei solitari,
l’unico coro che hai mai amato.

*

L’estremo ti trova senza motivo
sostanza misericordia non ritrattabile
e vene infuse nel marmo senza
le molte avvisaglie del passo falso.
Dicevi grazie all’unica volta,
perdutamente, ma ricorsive come
le vite nel passo ancora falso
le nuove metriche erano
il corale che cantavi da solo
per tentarti, per tradirti, per
sottrarti: ma tu credevi, avevi te stesso
colpa e notturno cardiaco.

*

È sempre il febbraio delle carte decifrate –
anche per un sasso che affonda nella neve
mentre tu ritorni dal lavoro e dal presente:
ma tutte le menti amate sono sconfitte e gloriose
perché, guardami, i cieli sono tutti scritti,
feriti a morte e ancora sacrificati, come soldati.

E dall’altra parte piove –
dovremo dividere pane e terra,
finché non saremo pane e terra.